giovedì 30 novembre 2023

Eleonora Evi si dimette da coportavoce nazionale dei Verdi

Eleonora Evi si dimette da coportavoce nazionale di Europa Verde - Verdi. 

Così sulla sua pagina Facebook. 

(La notizia arriva come un fulmine a ciel sereno; era noto nei verdi ambienti, di malumori forti sui verdi di Milano, in tema di democrazia interna e dopo l'assemblea metromilanese senza mozioni di fine giugno in vista dell'assemblea regionale, e un assemblea regionale che ha visto la gara all'esclusione delle minoranze.) 


Mi dimetto. Non sarò la marionetta del #pinkwashing

Quando fui eletta co-portavoce nazionale di Europa Verde a Chianciano, nell’estate del 2021, ero piena di entusiasmo e sinceramente convinta che avrei avuto la possibilità di collaborare concretamente a fondare un innovativo progetto ecologista, in grado di capitalizzare il patrimonio di capacità, competenze e contenuti dei Verdi Italiani e la resilienza di una comunità ambientalista che si era mostrata, meritoriamente, capace di superare moltissime complessità.

La casa ideale per una prospettiva politica orientata innanzitutto ad accompagnare le cittadine e i cittadini del nostro Paese verso una nuova e indifferibile consapevolezza della priorità della questione ecologica; e non secondariamente a promuovere un’offerta politica progressista, plurale, aperta e femminista. 

Per perseguire questi obiettivi, credevo (e credo ancora) che un piccolo partito con una grande storia avesse bisogno innanzitutto di superare alcune resistenze al rinnovamento, di sollecitare la partecipazione attiva, sperimentare forme di presenza sui territori alternative all’adesione fideistica al partito, e che puntassero piuttosto al coinvolgimento di individui e comunità in un percorso di crescita condivisa. 

Penso di aver dimostrato grande impegno ed entusiasmo, fin da subito, girando in lungo e in largo l’Italia per incontrare i gruppi locali, le associazioni e i comitati attivi sui territori. Mi sono resa disponibile, da europarlamentare, per dare visibilità e forza alle battaglie ambientaliste e sociali provenienti dai territori che ho visitato.

Ho dato energia e risorse ad un partito che sembrava dimenticato e nei limiti dell’umana (e politica) fallibilità che non risparmia nessuno di noi, posso dirmi certa di aver profuso il massimo dell’impegno, anche nel rendere visibile all’esterno la costruzione di questo percorso. 

Eppure, a sorpresa, dopo le politiche 2022 qualcosa ha scatenato un corto circuito quasi indecifrabile. 

I Verdi dopo una lunga assenza, tornano in Parlamento con una senatrice e sei tra deputate e deputati. Tra questi ultimi anche la sottoscritta. 

Improvvisamente i vecchi dirigenti hanno iniziato a fare muro contro di me, e questo perché avevo idee diverse e pretendevo, da Co-portavoce nazionale, di essere a conoscenza, ad esempio, delle decisioni politiche sulle liste, sulle alleanze e sulle strategie della campagna elettorale.

Da questo momento, quando ho espresso posizioni o visioni non allineate a quelle della dirigenza durante le riunioni della Direzione Nazionale e pubblicamente, sono stata accusata di ingratitudine nei confronti della “famiglia verde” che mi aveva accolta e offerto uno scranno in Parlamento. 

Idee, proposte o visioni alternative – quando non complementari! – a quelle dell’establishment del partito, infatti, generano nei suoi esponenti reazioni impreviste: ora chiusura, ora diffidenza o sospetto. Talvolta paternalistica e vuota condiscendenza. Non di rado livore, rivendicazione.

Per un partito che tra i suoi obiettivi ha quello di difendere la biodiversità, quale elemento preziosissimo per la stessa sopravvivenza del pianeta, è decisamente deludente constatare che questo valore non si riesca ad applicarlo all’interno del partito stesso, schiacciando e mortificando così una sana e costruttiva dialettica interna, anche e soprattutto quando questa prende forma da istanze territoriali.

Dunque, nel corso di questo ultimo anno, la mia figura è stata sempre più oscurata e così, di fatto, è stato annullato il ruolo della Co-portavoce femminile del partito, sul piano politico e comunicativo. 

Poco importerebbe lo scavalcamento sistematico della mia figura se questo non fosse il segno e solo uno tra le numerose espressioni sintomatiche della deriva autoritaria e autarchica del partito, come accaduto quando il Consiglio Federale Nazionale, organo per Statuto dotato di poteri di indirizzo politico, è stato chiamato di fatto a ratificare scelte già prese in altre sedi e annunciate a mezzo stampa. O ancora, la richiesta da me più volte reiterata di avere informazioni sullo stato di salute del partito (tesseramenti, federazioni attive, commissariamenti, ecc.) ottenendo risposte parziali o nulle.

Non intendo dunque continuare a ricoprire il ruolo di Co-portavoce femminile che, nei fatti, è ridotto a mera carica di facciata. 

Per questo rassegno le mie dimissioni da Co-portavoce pur restando fermamente convinta della necessità di un progetto ecologista italiano coraggioso e contemporaneo, e non l’ennesimo partito personale e patriarcale.


Kissinger è morto. Un pensiero ai famigliari delle sue vittime

 Dall'Ansa

Si è spento nella sua casa in Connecticut l'ex segretario di Stato americano Henry Kissinger che lo scorso maggio aveva spento 100 candeline.
    Autore della celebre frase "il potere è il massimo afrodisiaco", l'eredità del machiavellico statista continuerà ad essere discussa tra chi lo considera un genio diplomatico e chi un genio del male. 

Astuto manipolatore e influente fino agli ultimi giorni, per l'ex quindicenne ebreo in fuga dall'Europa alla vigilia della Seconda guerra mondiale il mondo era un gigantesco puzzle in cui ogni pezzo giocava un ruolo importante e distinto verso un unico fine: gli Usa come superpotenza internazionale anche al prezzo di interventi di realpolitik sullo scacchiere mondiale giudicati da molti brutali ed illegittimi, come il bombardamento e l'invasione della Cambogia e il sostegno al colpo di Stato di Augusto Pinochet in Cile del 1973 che defenestrò Salvador Allende.
    In queste ultime settimane, dallo scoppio della guerra a Gaza, Kissinger non è mai intervenuto pure essendo stato uno dei protagonisti del conflitto del Kippur che vide Israele vincitrice nel 1973. Tra i suoi ultimi impegni pubblici, un incontro nella residenza a Washington dell'ambasciatrice italiana Mariangela Zappia con la premier Giorgia Meloni lo scorso luglio.
    Per il politologo Robert Kaplan, Kissinger è stato il più grande statista bismarckiano del Ventesimo secolo. Con un occhio attento anche sull'Italia, di cui Kissinger, amico intimo di Gianni Agnelli, apprezzava il ruolo nel Patto atlantico pur avendo il Partito comunista più potente d'Occidente. In occasione del suo centesimo compleanno sul Washington Post, il figlio David, interrogandosi sulla eccezionale vitalità fisica e mentale di un uomo che ha seppellito ammiratori e detrattori a dispetto di una dieta a base di bratwurst e Wiener schnitzel, individuò la ricetta nell'inesauribile curiosità paterna per le sfide esistenziali del momento: dalla minaccia delle atomiche negli anni '50 all'intelligenza artificiale su cui due anni fa scrisse il penultimo libro, 'The age of Ai: and our human future', a cui ha fatto seguito 'Leadership: Six studies in world strategy'.
    Da bambino, si diceva, era troppo timido per parlare in pubblico. Straniero nella nuova patria dopo la fuga dalla Germania nel 1938, Heinz divenne Henry e imparò a esprimersi in perfetto inglese conservando sempre l'accento tedesco. Si fece largo prima a Harvard, poi a Washington, fino a raggiungere, complice Nelson Rockefeller, il tetto del mondo al servizio di due presidenti: Richard Nixon e, dopo il Watergate, Gerald Ford.
    Kissinger concentrò nelle sue mani ogni negoziato, rendendo superfluo il lavoro della rete diplomatica: dalla prima distensione verso l'Urss al disgelo con la Cina, culminato nel viaggio di Nixon a Pechino. Gli accordi di Parigi per il cessate il fuoco in Vietnam dopo quasi 60 mila morti Usa gli valsero un controverso premio Nobel per la Pace: due giurati si dimisero per protesta.
    Kissinger fu di fatto un presidente ombra, anche se la scrivania dell'Ufficio ovale restò sempre per lui un miraggio impossibile per il fatto di non essere nato negli Usa. La sconfitta di Ford e l'elezione del democratico Jimmy Carter segnarono la fine della sua carriera pubblica, non dell'impegno in politica estera attraverso gruppi come la Trilaterale. Dopo aver lasciato il governo nel 1977, Kissinger fondò il celebre studio di consulenza Kissinger Associates, attraverso la cui porta girevole passarono ministri e sottosegretari e i cui clienti erano governi mondiali grandi e piccoli. Ed è stato proprio il suo studio a dare la notizia della sua morte.
   

Bush, era tra voci più ascoltate politica estera Usa

L'ex presidente americano George W. Bush ha reso omaggio alla memoria di Henry Kissinger affermando che con la morte dell'ex segretario di Stato l'America ha perso "una delle voci più sicure e ascoltate in politica estera". Il fatto che un rifugiato della Germania nazista sia riuscito a diventare capo della diplomazia americana "parla sia della sua grandezza che della grandezza" degli Stati Uniti, ha aggiunto il repubblicano in una nota.


Piazzale Loreto e la calata dei centri commerciali su Milano.

 Di Margherita Dal Piano 

Ieri sera cittadini, residenti, attivisti, comitati e qualche architetto hanno affollato all'inverosimile la sala del Gas Lola di Via Porpora. 

Prima del bando di assegnazione alla multinazionale dei centri commerciali N-Hood (2021) ci sono stati dibattiti ed interlocuzioni con l'ex assessore Maran sulla riqualificazione di Piazzale Loreto, svoltesi a livello di Consiglio di zona, tecnici e architetti. In quel momento sarebbe stato ancora possibile bloccare l'attuale progetto. Una volta firmata la convenzione la popolazione e i residenti di zona sono stati "gentilmente" informati con la creazione del punto-marketing al piano terra del palazzo comunale di via Porpora 1, che è stato venduto e che sarà rialzato di più piani. 

Guardando il progetto vincitore del bando "Reinventing Cities" Piazzale Loreto diventerà una piazza commerciale frammentata da architetture retail che, per le caratteristiche dei percorsi disegnati non sarà possibile fruire liberamente, utilizzare per attività pubbliche come manifestazioni, concerti ecc. 

Le attività sociali pubbliche saranno gestite ed organizzate dallo sviluppatore che avrà in concessione la piazza per 90-novanta- anni. Il comitato degli abitanti di Via Padova segnala che le agenzie immobiliari locali hanno già alzato i prezzi delle abitazioni grazie al nuovo progetto e quindi è molto probabile che la mixitè sociale e commerciale indispensabile per la vita dei quartieri non esisterà più e ci saranno masse di persone costrette ad andarsene ancora più in periferia. 

E' necessario manifestare pubblicamente il dissenso, far emergere i problemi, contrastare la narrazione che questi progetti abbiano un impatto sociale positivo per la città. E sopratutto intervenire all'alba dei progetti, quando questi sono in fase preliminare, perchè quando sono appaltati è molto difficile fermarli. 

Il prossimo centro commerciale minaccia l'area verde che corre lungo i binari ferroviari di Cadorna, sempre di Cetrus N-Hood. 

Grazie ai bravi relatori, tra cui Lucia Tozzi che sta facendo paziente opera di sensibilizzazione e divulgazione nelle numerose assemblee pubbliche a cui partecipa, e a Luca Beltrami Gadola, una vera scoperta e una vera storia milanese!





mercoledì 29 novembre 2023

Fu cascina Merlata, ora Bloom. Poesie ed elettroshop

 Ogni centro commerciale è sempre il più bello e il più grande, sempre necessario etc etc, si pensi a quello di Cinisello Balsamo, chiuso, riaperto e ampliato, chiuso. Un invito alla lettura, oltre a "l'invenzione di Milano" di Lucia Tozzi, anche "la globalizzazione del nulla" di Ritzer.

Grazie ad AgenziaX si è svolta una gita alla conoscenza del luogo, con lettura di poesie. 


Arrivarci, è stato un film distopico, anche aiutandosi con Google maps, basti pensare che dalla linea ferroviaria vicina, non si sa se scendere a Rho fiera o a Milano certosa.

Come non ricordare il campeggio noexpo nel piazzale della cascina Merlata, ora, le campagne, non ci sono più. 

Pare un incubo lucido, durante il lockdown i lavori non si sono fermati, anzi. 






































martedì 28 novembre 2023

Bollette più care per 6 milioni di famiglie

 La mancata proroga del mercato tutelato rappresenterà un disastro per 6 milioni di famiglie, costrette a sostenere aumenti di costi insostenibili, mentre la premier Meloni ha rinunciato ad incassare 8,4 miliardi di euro dalla tassa sugli extraprofitti prevista dal governo Draghi. La decisione di non prorogare il mercato tutelato porterà a maggiori utili per società come Enel Energia, Eni Plenitude, Acea Energia, Iberdrola Clienti Italia, Dolomiti Energia ed Edison Energia per circa 8 miliardi di euro.

Le società energetiche in Italia hanno realizzato, dal 2021 ai primi 9 mesi del 2023, profitti per un totale di 70 miliardi di euro: 12 miliardi nel 2021, 40 nel 2022 e 18 nei primi 9 mesi del 2023. C'era una volta una leader dell'opposizione che prometteva di tutelare gli interessi degli italiani. Quella leader, oggi presidente del Consiglio, ha tradito le sue stesse parole e gli italiani, consentendo che la speculazione sul gas si traducesse in una rapina sociale ai danni degli italiani e in un'accumulazione di ricchezza immensa nei conti delle società energetiche dell'Oil & Gas.


La Premier ha rinunciato ad applicare la norma sulla tassa degli extraprofitti del governo Draghi, perdendo 8,4 miliardi di euro. Da giugno 2021 a settembre 2023, l’elettricità nel mercato libero in Italia è rincarata del 110%, contro il 21% del mercato tutelato, mentre per il gas, da dicembre 2021, è aumentato del 47,4% nel mercato libero contro un calo dell’11,4% nel mercato tutelato.

Angelo Bonelli



lettera di un pendolare. 28.11.2023

Una storia come tante, da troppo tempo.
Una storia scritta su un gruppo Facebook di pendolari. Una come tante. Ognuna è importante. Ognuna è la Lombardia di oggi. 



Sfogo: 

Giovedì avrò un colloquio con il mio datore di lavoro.
Mi licenzierò. Tanto ormai sono già a 2 lettere di richiamo per ritardi.
Oggi per l’ennesima volta treno pieno causa soppressioni, attacchi di panico e condizioni igieniche da terzo mondo.
Son dovuta scendere ad albairate perché stavo malissimo.
Come ieri d’altronde. Non sono servite email, non è servito discutere con il capotreno, non è servito scrivere a qualche associazione.
Non riesco più a reggere questi ritmi, a svegliarmi e pensare chissà se ci sarà un treno. Non è più umano. Ovviamente rischierò molto e spero di arrivare ad un accordo in modo di avere la dissocupazione. Ma se così non sarà, devo sperare di trovare qualcosa subito ad Abbiategrasso o comunque qualcosa che si raggiunga con la navetta (anche Magenta) perché non ho chissà quanto da parte per rimanere senza nulla.
Sono arrabbiata ovvio, ma in un certo senso sollevata, io mi sto ammalando ormai e l’unica certezza al momento che ho e che andando avanti così non vado da nessuna parte. 
Post fine a se stesso, niente di che, io in sta linea non sono nemmeno durata un anno, ma mi è bastato. E ho fatto la pendolari per anni con altre linee e avevo lo stesso problemi, ma qui non sono problemi, non si tratta più di qualche minuto di ritardo, si tratta di ammalarsi .

Leonardo Da Vinci e il mito del cristianesimo. Ossona 1.12.2023

 evento organizzato da OssonaInsieme.

Il giorno Venerdì 1 Dicembre 2023, alle ore 21, presso la Sala Consiliare di Piazza Litta Modigliani, 9 Ossona, si terrà un incontro su Leonardo Da Vinci in cui si parlerà della sua formazione, dei suoi viaggi e delle sue opere.
Per info e prenotazioni:
- contattare il seguente numero 3381073130
- rivolgersi presso la sede di OssonaInsieme.


7 dicembre col sindacato alla prima della scala

 Quest'anno il 07 Dicembre, dalle ore 15.00, scenderemo in piazza per protestare contro i politici e i  potenti di ogni risma che si presenteranno per la prima della Scala.

Nel dare voce alle istanze dei lavoratori, porremo l'accento sulla pesante discriminazione che subiscono i dipendenti pubblici, esaltati come eroi durante il Covid ed oggi duramente colpiti dai governi per fare cassa.
Ultimo in ordine di tempo, il provvedimento contenuto nella finanziaria 2024 con cui l’attuale Governo propone un taglio delle future pensioni dei dipendenti pubblici, che riguarderà oltre 700 mila lavoratori.
E’ fin troppo evidente che il pesante taglio del valore delle pensioni è una sperimentazione, che questo Governo si appresta a fare oggi per poterla poi estendere a tutti gli altri lavoratori.
PRESIDIO DI LOTTA CONTRO L'AVIDITA' DEI POTENTI IN PIAZZA DELLA SCALA A MILANO - GIOVEDì 07 DICEMBRE ORE 15.00


Cuggiono. Teatro. LA MESSA NON E' FINITA . Una storia di Resistenza venerdì 1 dicembre 2023

 Avvincente spettacolo teatrale tratto da una storia vera, terzo classificato al Festival Nazionale di Drammaturgia di Fossano del 2019. 

Narra di una funzione religiosa all’Aia, nei Paesi Bassi, andata avanti per cinque settimane per proteggere una famiglia di migranti armena. Un’antica legge olandese tutt’ora in vigore, impedisce infatti alla polizia di interrompere una messa. Una storia attuale che suscita riflessioni sul concetto di patria, cittadinanza, accoglienza, portando in scena un piccolo miracolo contemporaneo.
Organizza Ecoistituto, Oratorio di Cuggiono, ANPI, ACLI, Lions, con il patrocinio del Comune di Cuggiono, a sostegno di “ResQ people saving people” ONG operante nel Mediterraneo.
Ingresso Libero e gratuito  Il passa parola è gradito - Vi aspettiamo 


Casa della Cultura. incontri in programma dal 1 al 19 dicembre 2023

 riceviamo e volentieri pubblichiamo