Questo in sintesi l’esito del ricorso intentato dal Comitato Referendum x San Siro, contro la decisione dei Garanti del Comune di Milano che avevano bocciato i due quesiti referendari sull’operazione San Siro.
Con la sentenza di oggi si difende il diritto di espressione della cittadinanza e si chiede al Collegio dei garanti di svolgere il proprio ruolo in autonomia considerando tutte le posizioni in campo.
Una sentenza che, per i portavoce del Referendum x San Siro, riapre a pieno titolo la partita che il Comune ha cercato di indirizzare senza consultare la cittadinanza.
Una sentenza che difende l’istituzione referendaria che non può essere messa in discussione dalle considerazioni degli uffici tecnici riprendendo il volere delle società immobiliari che conducono questa partita.
Una decisione che impone moralmente al
sindaco Sala di farsi promotore di una consultazione referendaria democratica.
Il Referendum x San Siro, è pronto a riprendere la Campagna di sensibilizzazione e di raccolta firme che, dati gli sviluppi di questi mesi, è sempre più necessaria.
Alla confusione che regna nelle stanze dell’amministrazione è necessario rispondere con i la difesa democratica dei reali bisogni delle e dei Milanesi.
A breve sarà indetta una conferenza stampa in cui il Referendum x San Siro, presenterà le prossime azioni e manifestazioni.
A seguire il testo dell'email inviata al comune di Ossona
Buongiorno
Il sottoscritto Gilberto Rossi, già capogruppo consiliare per i Verdi Cambiamo Ossona dal 2014 al 2019, ho chiesto l'accesso agli atti, in particolare i file audio della legislatura 2014 2019, per estrapolare i punti inerenti, appunto, alla programmazione territoriale; ricordandovi, che non si tratta solo di cemento ma il pgt, contempla tre documenti, tra cui, anche gli aspetti sociali, e ambientali, che ho esaurientemente e precisamente esposto e portato nella massima assise ossonese.
Porto un semplice esempio, area denominata "ex magazzeno zucchi", dopo il passaggio da industriale a residenziale commerciale, con abbattimento etc etc, per ben due volte si è votata la proroga dei termini di costruzione, oltre una proroga nazionale; di quelle volumetrie, uno stabile, quello che ora è impiegato dalla pizzeria, doveva essere il futuro polo ambulatoriale ossonese, mentre, è stato monetizzato (da qui, necessità dei documenti per recuperare gli importi precisi). Ad oggi, delle 5 palazzine, è stata edificata solo la prima.
Stigmatizzando questa situazione in cui non siamo ancora in possesso dei file audio dei consigli comunali.
Ripresentiamo identiche le osservazioni del 2007, dove l'unico punto da modificare è il 6, visto che in seguito a non si sa quali motivi, nel 2009 viene demolita la struttura commerciale in piazza.
queste le osservazioni depositate il 15 maggio del 2007, che con questa email, riprotocollo come osservazioni al pgt.
queste le osservazioni, potete constatare l'attualità, ahinoi, di queste osservazioni.
in tutto questo, aggiungiamo episodi di mobbing legati alla viabilità e attività commerciali, e le forme repressive intimidatorie messe in piedi dai palazzinari e da chi mangia le loro briciole, leggete case, in vendita o affitti calmierati.
Ossona è cambiata, non lo scopriamo oggi e nemmeno ieri. Le preoccupazioni per il futuro del paese e dei suoi abitanti sono già state esposte più volte, in varie occasioni; non solo dall'associazione ambientalista VAS, ma anche da numerosi cittadini, organizzatisi in vari e diversi comitati, per le varie tematiche ambientali in senso lato e urbanistiche in senso stretto.
Dagli impianti di telefonia, alle strade. Gli esiti son noti. Per una problematica "quasi" risolta, le altre hanno avuto la peggio: il "quasi" è per l'antenna di via Piave, da lì spostata ma non annullata nella sua pericolosità per i cittadini e l'ambiente. "Occhio non vede cuore non duole" si diceva...e ora è un po' più in là. Diversa e avversa sorte ha avuto l'altro mpianto di telefonia mobile (videofonia) installato sulla torre dell'acquedotto in centro alla piazza; particolarmente grave perchè oltre a essere al centro del paese è a meno di 80 metri dall'unica scuola materna del paese, mentre le direttive comunitarie dell'Unione Europea, in base al "principio di precauzione", prevedono che nel raggio di 150 metri non siano presenti questi impianti che incidono negativamente soprattutto nell'evoluzione dei più piccini.
La variante alla strada di viale Europa è in fase di realizzazione, e solo ora ci si accorge che sarà un formidabile attrattore di traffico e di speculazioni immobiliari sul territorio; è presto e semplicemente spiegato: se non si faceva quello sciagurato progetto, il traffico della nuova uscita autostradale, sarebbe stato dirottato totalmente verso Santo Stefano Ticino e Arluno salvando il nostro territorio e inibendolo (vietandolo) al passaggio di mezzi pesanti che per raggiungere le fabbriche e gli altri insediamenti produttivi sarebbero passati dalla nuova autostrada Boffalora-Malpensa, dall'uscita di "Inveruno-Cuggiono".
E' chiaro. Quello scempio è stato fatto per consentire di svendere il territorio a qualche immobiliare di chissà dove e di farne terra bruciata (il cemento e l'asfalto sono un po' peggio, ma il senso e significato è quello).
Ricordiamo che come VAS ticinia, abbiamo depositato la documentazione dello stato dell'aria nell'ultimo decennio, stando ai dati della centralina di rilevazione a cui fa riferimento il territorio di Ossona, e abbiamo protocollato anche una copia della diffida presentata, dai nostri legali, alla amministrazione comunale di Magenta in merito all'inadempimento di soluzioni per contrastare l'inquinamento; questo perchè Ossona ha aderito al tavolo intercomunale promosso da Magenta. Non vogliamo fumo negli occhi ma soluzioni concrete ed efficaci.
Da 10 anni la situazione dell'aria sta continuando a peggiorare, le spese le paghiamo e subiamo tutti, il comune ovviamente non ha la bacchetta magica, ma deve assumersi le proprie responsabilità per tutelare la salute dei suoi cittadini.
Riteniamo che un buon PGT sia il primo passo per tutelare e arginare lo scempio e violenza che ha subito il nostro territorio, l'ecosistema e i cittadini nell'ultimo decennio.
Torniamo a noi e alle osservazioni/proposte formali alla stesura del piano di governo del territorio.
Ultima premessa: "il compito degli amministratori pubblici è di tutelare e salvaguardare la salute e la vita dei cittadini". Pare una banalità ma a guardarsi intorno è una frase di estremo buon senso e di evidente necessità.
Basta licenze e permessi di edificare ai lavori non ancora incominciati;
Revisione della destinazione dei terreni.
a) Il residenziale, dove ancora non edificato deve tornare agricolo di qualità, ovvero biologico e senza pesticidi, per evitare l'ulteriore avvelenamento e contaminazione del terreno. (presenti le allergie? qualcosa sarà...) o a parco o bosco.
b) L'agricolo, dove utilizzato deve rimanere tale e dove dismesso venire convertito a bosco o parco per tentare di riequilibrare l'ecosistema e ridurre l'impatto disastroso del traffico e dell'inquinamento.
c) I siti a destinazione industriale se già operanti devono rimanere tali, e venire monitorati e controllati realmente; soprattutto nei giorni di pioggia e di vento, dato che queste condizioni, storicamente favoriscono le frodi ambientali.
Quelli a nuova destinazione e non ancora edificati devono venire convertiti a agricolo di qualità o a parco o a bosco.
Queste osservazioni a chi è più realista del re potrebbero apparire problematiche o utopiche nell'attuazione, ma vogliamo solo ricordare che: "il compito degli amministratori pubblici è di tutelare e salvaguardare la salute e la vita dei cittadini", quindi per dire e mettere per esplicito, nero su bianco, che precedenti come la "fantomatica" causa Vimercati non devono intimidire gli amministratori. Vogliamo ancora ricordare che sono stati eletti dai cittadini (persone fisiche) non da immobiliari, logistiche, industrie etc,, (persone giuridiche).
Il breve intermezzo era giustificato dal fatto di evidenziare ancora a chi ci si deve riferire e a chi devono rispondere gli amministratori. Stiamo vivendo un cambiamento climatico epocale dovuto alla follia e ingordigia e egoismo dell'uomo; ci stiamo suicidando. Ossona non vuole contribuire a questo suicidio, Ossona vuole pensare alla vita e al futuro.
2. Recupero degli stabili abbandonati in paese.
Area ex Ospedaletto Bosi da destinare a centro polifunzionale, aggregativo-sociale con servizi per anziani (da day ospital a residenza per anziani; asilo nido; spazio ricreativo adolescenti e pre-adolescenti; spazio di assistenza per i diversamente abili)
Restauro e riqualificazione delle vecchie corti e cortili come insediamenti residenziali di qualità.
Recupero dei siti industriali all'interno del paese (area Macchi, Baroni e magazzino Zucchi) con destinazioni:
a) Per il"tele lavoro", stabili di cui si faranno carico le aziende di dipendenti e collaboratori che dato il livello tecnologico delle proprie attività non necessitano della presenza fisica in azienda ma che per motivi di "professionalità e motivazione al lavoro" richiedono stabili nei luoghi di residenza; come previsto da norme dell'unione europea.
b) Per attività artigianali e di elaborazione di manufatti agricoli di qualità, prodotti in loco.
c) Rivedere il sistema dei bandi, privilegiando le attività presenti in Ossona e i cittadini di Ossona.
I processi di responsabilità e partecipazione partono sempre dal basso e dalle persone.
Potrà apparire una pretesa forte e complessa; ma è questo il ruolo del PGT: programmare il futuro, riuscire a vedere lontano. Conoscere il passato, capire e comprendere il presente per programmare il futuro.
Da non scordarsi che ci sono fondi pubblici e di privati che possono essere richiesti e usati per la riqualifica del paese e per rilanciare la piccola distribuzione e le imprese artigianali e a elevata competenza.
3. Istituzione di un parco comunale comprensivo delle zone agricole e boschive, e adesione ai parchi limitrofi: Parco del Roccolo e all'istituendo Parco sovracomunale di Santo Stefano, Mesero e Marcallo con Casone e Barco. Parco inclusivo e responsabilizzante dei cittadini che lo abitano e ne sono proprietari dei terreni, sulla scorta della delibera sullo sfalcio dell'ambrosia.
4. Viabilità, mobilità ciclabile e trasporto pubblico. Richiamandoci al punto 1, anche per le strade, in quanto attrattori e creatrici di traffico, divieto di nuove strade dove non ancora cantierizzate e in fase di attuazione. Partendo dalla constatazione delle piccole dimensioni di Ossona (meno della distanza tra due fermate della metropolitana a Milano e quindi percorribile da un lato all'altro del paese in meno di 10 minuti), parlando di viabilità non si può non iniziare dai percorsi pedonali e ciclabili.
Messa a norma secondo le direttive dell'unione europea delle piste ciclabili, rispettando il criterio di rotabilità (rotolamento delle ruote), ovvero non mattonelle con pericolosi sbalzi per i più piccoli, messa in sicurezza con paletti divisori dal resto della sede stradale dove necessari e illuminazione delle stesse con paletti di 80 cm illuminanti verso la sede del percorso. Allocazione delle piste ciclabili nei sensi unici sul lato previsto dalle norme europee, ovvero nel lato opposto rispetto al senso di marcia, e segnare anche il senso di direzione delle piste ciclabili.
Promuovere la cultura della responsabilità e del rispetto e pacifica e sicura convivenza tra gli utenti delle strade.
Il principio che porta a promuovere e a realizzare le piste ciclabili è quello della tutela dei ciclisti, non della loro emarginazione. In concreto:
Via Baracca. La pista ciclabile è nel lato opposto rispetto a dove dovrebbe trovarsi, da notare la pericolosità all'intersezione con via IV giugno.
Via Veneto e Via monte nero: La pista ciclabile è nel lato opposto rispetto a dove dovrebbe trovarsi.
Particolarmente grave è l'assenza di piste ciclopedonali in Via Litta Modignani e via Dante, in prossimità degli istituti scolastici, idem per Via Bosi dove è presente la scuola Materna.
Via Roma dove erroneamente si è creato inquinamento luminoso e non si è messo in sicurezza il tratto per arrivare al campo sportivo; invece dei lampioni, paletti di 80cm con funzione divisoria della sede stradale dalla pista ciclabile e che illuminano la stessa. Gli utenti delle strade, in macchina, dispongono già di un impianto di illuminazione propria.
L'elenco sarebbe lungo, riteniamo che basti uniformarsi alle norme già presenti in materia per migliorare drasticamente la situazione. Siamo disponibili per ulteriori chiarimenti, rimarcando che in un paese di, per fortuna, modeste dimensioni come il nostro i cittadini vadano sempre interpellati e ascoltati prima di modificare le strade.
Dopo che le piste ciclabili saranno finalmente a norma si potrà ragionare in merito ai sensi unici, dato che solo dopo si potrà fare un censimento sull'utilità e funzionalità di sensi unici e parcheggi.
Parcheggi funzionali per le biciclette, ovvero rastrelliere alte che consentano di legare il telaio della bicicletta per evitarne furti. (ad esempio le spirali di 1 metro fuori dall'accademia delle Belle Arti di Milano, Brera; di pregio artistico, funzionali e di costo ridotto).
Riqualificazione delle fermate degli autobus, con panchine e posteggi per biciclette.
Pendolari. Censire quanti si recano in macchina nelle stazioni ferroviare del passante e verificare la volontà/ disponibilità dei cittadini per istituire un servizio di navetta per le stazioni del passante ferroviario (Magenta, S.Stefano/Corbetta, Arluno/Vittuone).
5. Parchi comunali. Rimuovere recinzioni e limitazioni all'accesso (parco di Piazza Aldo Moro e in fronte a Via Carducci) manutenzione e panchine, sia per adulti che bambini. Partendo dalla constatazione che se il parco è frequentato da utenti di diverse età, adolescenti, anziani, genitori, etc.. non si verificano danni; essendo la compresenza un valido ed efficace deterrente, ancor più delle videocamere, agli atti di vandalismo.
Nota di merito alla Pro Loco per il pregevole lavoro nel parco di Villa Bosi che, ci auguriamo, sarà presto usufruibile dalla cittadinanza.
6. Strutture aggregative. Recupero del Graneè in Piazza Litta, direzione Via XI Febbraio, come polo culturale del paese, biblioteca e spazio culturale pubblico, e per i giovani, includendo luoghi dove suonare, tenere laboratori culturali, artistici e ricreativi; istituzione di un museo delle "arti agricole" (sulla scorta dell'esempio del museo agricolo di Albairate), adoperandosi per recepire i fondi dal ministero e dalle Belle Arti, ricordando che per un muro, quello del Comune, si sono trovati inutili e dannosi fondi. Adoperiamoci per il bene e la bellezza del paese, non per i muri.
7. Inquinamento luminoso. Adeguamento degli impianti di illuminazione pubblica alla legge regionale del 2001 in materia di inquinamento luminoso, ricordando che l'unico "antidoto" nei confronti del cancro e di varie patologie, viene dato dal nostro organismo stesso, che durante il sonno, al buio, al silenzio e senza campi elettromagnetici innaturali, genera la Melatonina. Non è capriccio da romantici volere il buio per le stelle; è un esigenza psico-fisica di salute.
8. Inquinamento acustico ed elettromagnetico. Rimozione dell'antenna in Piazza Litta (vedi introduzione) e adozione del regolamento di zonizzazione acustica.
Non è molto ma è già qualcosa per tentare di risollevare il paese dalla follia cementista che l'ha ammalato e avvelenato nell'ultimo decennio.
Come associazione e liberi cittadini abbiamo anche studiato e sviluppato piani per rilanciare le attività commerciali, culturali e ricreative, di servizi e assistenza del paese. Ma riteniamo che queste proposte debbano essere elaborate e costruite insieme alla cittadinanza tutta, in un contesto partecipato più ampio; dunque, il PGT è stato un primo passo per ri-avvicinare la gente al proprio paese e al vivere e decidere in prima persona del proprio paese.
E' difficile alzarsi, meno difficile è poi fare il primo passo e ancor meno complicato è iniziare a camminare per poi imparare a correre. Per fare questo serve la collaborazione e cooperazione dell'amministrazione comunale e del numero maggiore di cittadini.
Il futuro è nelle nostre mani.
Grazie dell'attenzione e fiduciosi nella bontà delle scelte che saranno prese
Cordiali e salutari saluti
Verdi Ambiente e Società circolo Ticinia, e cittadini di Ossona
In un periodo periodo storico che a definire nefasto si rischia di sbagliare per difetto, la scomparsa di un maestro del giornalismo come Gianni Minà, se non è un colpo del ko assestato al mento di un mestiere che è stato meraviglioso e che un giorno si spera possa tornare ad esserlo, poco ci manca. Non è la consueta retorica del giorno dopo, Minà sta al giornalismo di qualità come i tanti giganti che ha saputo intervistare nell'arco di una carriera senza macchia stanno alle rispettive mansioni, fuori categoria.
Ancora qualche settimana fa, prima che una crisi cardiaca lo strappasse improvvisamente all'affetto della fetta preponderante di mondo che questa mattina si è risvegliata più sola, Gianni si prodigava affinché un archivio inesausto e rigorosamente cartaceo, il suo, potesse avere un seguito dopo la morte. Con quella che oggi si chiama operazione di crowdfunding, infatti, era intento a mettere in ordine migliaia di pagine di agenda - la sua cifra stilistica - zeppe di vita e di considerazioni, di luoghi e di storie, di riflessioni e di propositi, di disperazione, di gioia e di speranza. Un caleidoscopio di pensieri annotati a mano con cura affinché le tante voci ascoltate, sempre con rispetto e cordialità, potessero godere dell'immortalità. Perché giornalisti, gli ingegneri delle anime in un'azzeccata definizione, lo si è fino alla fine. "Per me - disse di recente - ciò ha significato la vita stessa, una passione che ho vissuto fino in fondo".
A Gianni era difficile non volere bene. Una volta, riuscì nell'impresa di fare sedere allo stesso tavolo personaggi dal respiro planetario e di un certo ego come Muhammad Ali, Robert De Niro, Sergio Leone e Gabo Garcia Marquez. Maradona, che ha sempre definito il più grande calciatore di ogni epoca, lo venerava come un padre e Fidel Castro, con il quale ha condiviso l'amore viscerale per Cuba e la sua Rivoluzione, gli assicurò sedici ore di intervista tutte d'un fiato, così, per amicizia. Il ringraziamento per quanto Minà si è sempre speso pancia a terra per la causa dell'emancipazione dell'America Latina. La lista degli amici sarebbe lunghissima: Luis Sepúlveda fu per lui più che un fratello, come Pietro Mennea o la divina Mina.
A denigrare la sua opera, invece, erano i piccoli pennivendoli di regime, quelli supini ai desiderata dei potenti per i quali fungono da prezzolata cassa di risonanza, che detestavano il suo essere libero; come se l'imprescindibile desiderio di libertà, per sé e per gli altri intorno a lui, fosse un crimine. Non gli perdonavano, infatti, la rettitudine morale e una deontologia immacolata in un contesto inquinato, ciò a beneficio di chi ritiene che fare informazione significhi necessariamente chinare la testa. La scelta del lato della barricata, quello più scomodo, aveva sempre un prezzo salato da pagare. "Mi hanno sempre attratto persone capaci di andare controcorrente, anche a costo dell'isolamento, della solitudine", confessò un giorno. Così l'establishment politicamente scorretto cercò, peraltro senza riuscirci, di relegarlo ai margini, dimenticando che non si può mai arrestare il vento. Del resto, questi biechi personaggi rispondono sempre a ordini superiori di palazzo: "La CIA - lo ricordava spesso - mi considerava un nemico". Il solito trattamento discriminatorio riservato a chi sposa col cuore la causa di tutti i Sud del mondo.
Peli sulla lingua, Gianni, di certo non ne ha mai avuti, senza timore per le possibili conseguenze. Come nell'ormai lontano 1978, quando fu espulso dall'Argentina dei colonnelli durante i mondiali di calcio della vergogna per non aver risparmiato al capitano di vascello, tale Lacoste, la domanda deflagrante sui desaparecidos, mentre tutti i colleghi si voltavano dall'altra parte. Coraggio, oltre che integerrimo senso del dovere. Non basterebbero pagine e pagine per elencare il suo curriculum professionale. Premiato da Sandro Pertini quale miglior giornalista dell'anno, Minà, torinese ma di origini siciliane, ha diretto giornali, ideato trasmissioni televisive, creato format, testimoniato imprese, divulgato notizie, fatto informazione, raccontato storie, dato spazio a chi spazio non ne aveva mai avuto. Il tutto vissuto alla stregua di un privilegio quando, in realtà, i privilegiati eravamo noi, estasiati fruitori della sua professionalità.
Minà, in definitiva, è stato sostanzialmente tre cose. L'avversione per ogni forma di compromesso; l'inesauribile e assordante voce dei popoli, degli ultimi, dei dimenticati; la capacità di essere un pensatore raffinato senza mai perdere calore umano e preservando gelosamente la sua vena popolare. Quella che gli ha consentito di incarnare i sogni del novantanove per cento di mondo che mal sopporta le ingiustizie dei pochi sui molti, il trait d'union fra la coscienza e la parola. Successe anche che gli venne fatta questa domanda: "Perché non ti hanno più voluto in RAI?" E senza scomporsi più di tanto, Gianni rispose: "Perché chi dice qualcosa di diverso dal pensiero degli Stati Uniti rischia l'isolamento ". La forma più pura di intolleranza al bavaglio.
Pazienza, sentimento e umiltà, gli ingredienti fondamentali alla buona riuscita del suo lungo percorso. Capì, decisamente prima di altri tracciando la via, che un giornalista degno di questo nome ha il dovere di porsi nei confronti dell'interlocutore senza preconcetti, senza imporre la propria visione delle cose e, soprattutto, senza estirpare scampoli di intimità al fine di vendere una copia in più. Plastica quanto disattesa definizione della qualifica di divulgatore, in virtù della quale Minà verrà ricordato come pionieristico interprete. Per chiudere, il doveroso ringraziamento per averci insegnato che la ragione è sempre forza sussurrata. E la ragione può ancora spostare le montagne.
Trovo poco serio, anzi per nulla, il comportamento di Europa Verde, sia localmente sia centralmente, anche se non ne sono sorpreso; più volte in passato il nostro comitato ha cercato di interloquire con il Sig. Fierro per spiegargli che affermava cose sbagliate inerenti le loro attività sul tema Caffaro. Anche con l’On. Dori abbiamo cercato un contatto, alla luce della prima interrogazione parlamentare sui cumuli di terra del parco che si trova a 10 metri dalla sede del nostro Comitato: quella interrogazione era completamente errata. Ci siamo messi a disposizione per spiegargli cosa andava corretto e per tutta risposta abbiamo ottenuto di essere bloccati per lungo tempo su tutti i social, sia da lui che da Fierro. Questa la nostra esperienza relativa alla capacità (e voglia) di ascolto di Europa Verde. Mi spiace (ma chi è causa del suo mal pianga se stesso) che alcuni amici, sentinelle come noi della salvaguardia dei diritti di tutti, si siano "buttati" tra le braccia di queste persone, che di democratico dimostrano aver poco (vedi il caso sui giornali in questi giorni) e ancora meno apertura verso i cittadini e i comitati locali. Evidentemente anche a loro piace rimanere nella propria comfort zone, fatta di amici e di coloro che la pensano allo stesso modo, bloccando ed evitando il confronto con chi vorrebbe aiutarli quando commettono errori o mancanze. Mi viene perfino da ridere se penso a come sono stati accolti in città da molti ambientalisti, quando sono passati a raccogliere "voti" per le politiche prima e per le regionali poi.
In calce allegati anche due articoli dei quotidiani Bresciani.
Intervento di Dario Balotta alla riunione degli iscritti di Europa verde con i commissari del 26 marzo 2023 approvato con Favorevoli 25 e
Contrari 3
Va precisato che la scelta di candidare fierro sindaco a Brescia è caduta sul co-portavoce su proposta dell'esecutivo e degli iscritti.
I quali hanno ritenuto, proprio per il significato di queste elezioni di esprimere così al massimo livello politico il dissenso verso le scelte della giunta di csx degli ultimi 10 anni. Questa è anche la posizione dei giovani verdi di Brescia.
Di conseguenza riteniamo il commissariamento dei portavoce bresciani un atto che riguarda tutti gli iscritti, compresi quelli a noi sconosciuti che si dice abbiano espresso parere contrario.
Il commissariamento è un atto intimidatorio, illogico, che danneggia la credibilità del partito a cui apparteniamo e che lede l'autonomia politica delle strutture locali.
Da oltre due anni è al centro del dibattito della struttura provinciale bresciana il tema della scelta di correre da soli al primo turno alle elezioni comunali di Brescia.
Questo confronto si è reso necessario perchè sulle politiche cittadine della Giunta di csx di Brescia (che comprende sinistra italiana) abbiamo sempre avuto pesanti perplessità in generale sul bilancio comunale ed in particolare sulla inadeguatezza delle politiche ambientali. Si è lasciato “marcire” il tema della bonifica della Caffaro.
Deludente è stata la performance del traspporto pubblico urbano nonostante la presenza di una costosissima linea metropolitana che il permanere di un parcheggio da 500 posti auto sotto la piazza principale della città ha vanificato. Lo spopolamento dei negozi di vicinato a causa della politica commerciale che ha autorizzato il centro commereciale “Freccia Rossa” in città.
La cattiva gestione di A2A tesa solo a massimizzare i profitti a prescindere da una politica di investimenti tecnologici tesi a ridurre l'impatto ambientale delle attività della Multiutility come l'erogazione di energia, la raccolta rifiuti con cassonetti in strada,l'incenerimento dei rifiuti provenienti da mezza italia e le tariffe del teleriscaldamento superiori a quelle del metano.
Da un anno e mezzo la struttura regionale del partito è commissariata e in più la pandemia ha sconvolto le modalità organizzative del nostro partito. Veniamo accusati di non aver tenuto l'assemblea pronvinciale, a questo proposito il Commissario regionale aldo guastafierro riferendosi a Brescia ha detto: “Per onore di verità devo dire che l'assemblea nel 2018 è stata regolarmente svolta e i verbali sono in possesso anche del sottoscritto.
Pertanto la federazione provinciale di Brescia è stata legittimata e operativa fino alla scadenza naturale del 2021. Dal 2021 causa covid furono fatte scelte che tutti noi sappiamo. Inoltre nel 2020 con l'assemblea nazionale fu svolta l'assemblea provinciale per eleggere i delegati al congresso nazionale.
A Brescia fu svolta regolarmente l'assemblea elettiva, per trasparenza“.
Pertanto la struttura bresciana è stata legittimata sia nel formare la lista dei cadidati di pertinenza al Senato e alla Camera per le elezioni del settembre scorso per le recenti regionali senza nessuna obiezione. A questo punto ci chiediamo come si possa giustificare un commisssariamento che proprio al livello locale disconosce l'autonomia decisionale per la parteticipazione alla competizione elettorale.
Nel verbale della riunione del 7 dicembre scorso dell'esecutivo, aperto agli iscritti, è intervenuto il componente della federazione nazionale, iscritto a Brescia, Dario Polini e nel verbale si legge: “Sia Dario Polini che Dario Balotta intervengono per descrivere quanto avvenuto nelle varie riunioni lombarde e criticare l’eccessiva invadenza delle scelte nazionali”.
Infine chiedo che venga messo ai voti di questa riunione il mio intervento.
Dopo 15 anni il Comune di Milano ha finalmente messo una targa per ricordare Abba, come chiesto dai famigliari e il Comitato per non dimenticare Abba e fermare il razzismo, ormai molti anni fa.
La sorella Hadiara durante lo svelamento della targa ha condiviso il pensiero della famiglia: "Ricordare Abba significa ricordare che il razzismo uccide"
Abba e tutte le vittime del razzismo non saranno dimenticate.
Ringraziamo ancora una volta la forza di questa famiglia che non solo porta il peso di questo dolore, ma ci ricorda che lottare contro il razzismo è ancora necessario.
👣 Sabato 25 marzo alle ore 9.30 si svolgerà la marcia podistica non competitiva "Stramamete". Il concentramento dei partecipanti avverrà presso la scuola di via San Mamete, con partenza alle ore 10.00. Il percorso seguirà le strade di via San Mamete, interno Parco Adriano, Largo Bigatti, via Trasimeno e via San Mamete.
🙏 Domenica 26 marzo alle ore 17.00 si terrà l'incontro tra i Cresimandi e l'Arcivescovo di Milano, S.E. Monsignor Mario Delpini, presso lo Stadio G. Meazza. Saranno presenti circa 50.000 persone provenienti dalle parrocchie della Diocesi di Milano, con circa 600 bus che si fermeranno in diverse località: via Tesio (parcheggi bus), viale Caprilli (ambo i lati), Centro Commerciale Bonola (area parcheggio), via Pio II° e perimetro Ospedale San Carlo.
Presidio rumoroso per fare sentire nostro dissenso alle deroghe agli enti e amministratori invitati dalla Perstorp per stipolare una ennesima PROROGA a scaricare in deroga i loro veleni !
Grazie a Beppe Sala per la fiducia che ha voluto riporre nella mia persona perchè da domani sostituirò Michela Palestra (recentemente eletta consigliera regionale) nel ruolo di Vice Sindaco della Città metropolitana di Milano: un impegno gravoso ma stimolante! A Michela e a Alfredo Simone Negri, amico eletto anche lui nelle fila del Consiglio Regionale della Lombardia e che ha condotto brillantemente nell'ultimo anno la delega all'ambiente, i miei più sinceri ringraziamente per l'impegno profuso e un grande "in bocca al lupo" per la loro nuova esperienza amministrativa.
Domenica si è tenuta l’assemblea degli iscritti e simpatizzanti del Partito Democratico di Magenta, come segnala il segretario Di Gregorio Matteo “ è stata davvero una bella giornata di partecipazione e confronto, dove tante nuove persone, dopo il congresso appena concluso, hanno deciso di iscriversi e mettere a disposizione le loro competenze per il nostro partito e soprattutto per la nostra città. Al confronto hanno partecipato Paolo Romano neo consigliere regionale e Sara Santagostino, sindaca di Settimo Milanese, i più votati a Magenta nelle recenti elezioni regionali.”
Un’assemblea che rilancia con entusiasmo l’azione del partito democratico in città, perché come ricorda il segretario “Ci aspettano anni di opposizione dura e intransigenze a questa maggiornaza che molto spesso si dimentica che amministrare vuol dire fare gli interessi di tutti i cittadini e non solo della loro parte politica. Noi ci siamo ed a chiunque non si senta rappresentanto vogiamo dire: incontriamoci, confrontiamoci e costruiamo insieme il futuro di Magenta”
Milano, 21 marzo - "Ho trovato largamente deludente il programma presentato dalla Giunta Fontana perchè in se non contiene una visione convincente per il futuro di una regione come la nostra. Non si affrontano le criticità che si trovano all'interna della nostra regione. In più ritrovo gli stessi interventi di quando 10 anni fa entrai per la prima volta in questo consiglio e mi chiedo, quindi, che cosa sia cambiato in tutto questo tempo. Ho sentito usare termini per descrivere la Lombardia come eccellenza, locomotiva, orgoglio del fare". Così in una nota il capogruppo di Avs in Consiglio regionale, Onorio Rosati. "L'orgoglio del fare - aggiunge Rosati - servirebbe ad affrontare i temi che per troppi anni sono stati abbandonati. Il primo è quello delle disuguaglianze. In questi anni una parte della popolazione si è arricchita e una larga parte si è impoverita e corrisponde spesso con chi non è andato a votare. E' quella parte di popolazione che non trova risposte nella politica. In questo consiglio ho visto applaudire alla eliminazione del reddito di cittadinanza proprio da una parte di popolazione che è priviligiata e che ha deciso di far guerra alla parte più povera di questa regione. Per non parlare dell'emergenza casa con più 25.000 famiglie che attendono da troppi anni una soluzione per trovare una abitazione pubblica. Per non parlare poi del lavoro dove si continua a insistere con la dote unica lavoro quando sappiamo che chi perde il lavoro e ha più di 50 anni e non ha nessuna possibilità di trovarlo. Oggi, per esempio, c'è stata una delegazione di lavoratori della Cnh Industrial di Pregnana che ha richiesto di poter incontrare la commissione regionale sul lavoro. Ecco quello sarà il primo banco di prova per capire come la Regione vuole rispondere a queste problematicità. Li ci sono persone over 50, molte donne, che rivendicano il diritto di lavorare. Infine voglio sottolineare un altro punto a cui tengo particolarmente. Noi, Alleanza Verdi Sinistra e Reti Civiche, siamo per la scuola pubblica,la scuola pubblica della nostra Costituzione Italiana nata dalla Resistenza e vorremmo che questa sia rispettata e rilanciata per combattere la dispersione scolastica che danneggia giovani rendendoli cittadini fragili e per contrastare l'aumentare del fenomeno di quei giovani che né studiano né lavorano dove le politiche della regione Lombardia si sono rivelate sbagliate e inefficaci. Noi come Alleanza VerdiSinistra e Reti Civiche faremo un'opposizione seria e intrasigente sia all'interno dell'aula sia sul territorio in Lombardia".
Vieni, primavera, vieni
a svelare la
bellezza del fiore
celata nel bocciolo
tenero e delicato.
Lascia cadere le note
che porteranno i frutti,
e passa con cura il tuo pennello
d’oro di foglia in foglia.
CARO CASA MILANO: IL BLUFF DEL 'SOCIAL HOUSING' (Com. Sind. L.300.1970 di Lucia Tozzi)
Per smorzare le polemiche sull'abitare a Milano l'assessore Maran lancia un pacchetto di 4 delibere imbarazzante, che sarà il cuore della "strategia sull'abitare" che verrà discussa nel Forum dell'abitare del 20-22 marzo. Vengono stanziati 3 milioni per ristrutturare 120 case popolari (ma saranno poi assegnate? chi può saperlo, vedi a Piazzale Ferrara a Corvetto). Poi 3,3 milioni per 400 famiglie con isee a 30000 euro (che riceveranno un sussidio di 250 euro al mese per 3 anni, cioè un quinto di un basso affitto per un bilocale). Poi l'accesso per 316 lavoratori dipendenti in alloggi comunali con l'onere della ristrutturazione da scontare dall'affitto - a canone più basso del mercato, ma non da edilizia pubblica, e per massimo 12 anni. Infine, un protocollo con FONDAZIONE CARIPLO per finanziare studi e analisi di "NUOVI MODELLI DI GESTIONE DELLE CASE POPOLARI", cioè per dirottarle verso l'housing sociale tanto caro alla Cariplo. In sintesi, meno di 10 milioni in molti anni per meno di 850 appartamenti in maggioranza a canone di quasi mercato, in una città che ha 15000 famiglie in lista d'attesa per le case di edilizia pubblica, quasi 20000 appartamenti airbnb e chi sa quanti su altre piattaforme, e parecchie decine di migliaia di appartamenti vuoti. In una città dove i 66mila studenti fuorisede universitari devono affrontare prezzi medi di 700 euro a stanza con picchi di oltre 1000. Dove le case popolari ristrutturate con una spesa di 30-40000 euro l'una poi non vengono assegnate o vengono spostate sull'housing sociale.
Come si fa a definire queste misure anche minimamente serie o risolutive? Social washing a palla.
P.s. Lucia Tozzi ha dimenticato di citare le cooperative, le onlus, le associazioni che faranno da clacque al Forum, pronte a incassare patrocini, progetti, contributi, sovvenzioni, concessioni etc. etc. Il re è nudo ma tutti ammirano il suo bellissimo vestito. Ecco l'essenza del #modellomilano.
Domenica 19 marzo a Milano manifestazione nazionale delle cittadine e dei cittadini peruviani a sostegno della protesta sociale in Perú.
Il giorno 19 marzo alle ore 15:00 si svolgerà a Milano una manifestazione nazionale in appoggio alla protesta che da oltre due mesi sta portando avanti il popolo peruviano. La manifestazione è organizzata dal neonato “Comitato Nazionale delle peruviane e dei peruviani in Italia” e vedrà la partecipazione di persone da diverse città d’Italia: Milano, Roma, Torino, Genova, Firenze. Il corteo partirà da viale Padova 118 (altezza ufficio anagrafe Municipio 2), farà una tappa in piazzale Lima e si concluderà in piazza Duca D’Aosta (Stazione Centrale) con una serie di interventi artistici. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di far arrivare il sostegno e la solidarietà alle migliaia di persone che in Perú, da oltre due mesi, sono in piazza per manifestare il proprio dissenso contro il governo di Dina Boluarte.
La repressione e violenza è ancora maggiore nei confronti delle e dei manifestanti che appartengono ai popoli originari, in particolare Quechua, Aymara y Chanca, evidenziando il profondo razzismo dello Stato peruviano. Molti di loro sono stati arrestati e accusati di “terrorismo”, di avere “legami con il narcotraffico” o “di aver ricevuto armi dalla Bolivia”. Si vorrebbe silenziare le proteste incarcerando gli attivisti sindacali e sociali. Di fronte a questo scenario la comunità di cittadine e cittadini peruviani che abitano in Italia ha deciso di manifestare il suo totale rifiuto al governo di Dina Boluarte, che sta riportando il Perú al clima sinistro del regime dittatoriale di Alberto Fujimori.